La luce nascosta nelle cose

Autore: Lo Scintillio

Incontrare un libro

Scegliere un nuovo libro è come fare entrare un nuovo amante nella tua vita. Non sempre sai perché. E non sempre è una scelta. A volte è un incontro fortuito. Gli sguardi si incrociano per caso, mentre la tua strada e la tua vita ti stava portando altrove. Eppure subito capisci che era proprio lui di cui avevi bisogno. Altre volte è un lungo corteggiamento. Lo pensavi da tempo, lo aspettavi, lo desideravi, attendevi il momento giusto e ora finalmente siete assieme. Quel brivido di piacere al vostro primo incontro. A volte ti delude e ti tradisce. Immaginavi che avreste avuto una relazione speciale, una passione. Speravi di essere ammaliato. Pregustavi tutte le cose che ti avrebbe detto, il tempo che avreste passato assieme. Una copertina seducente, la carta che sembra carezzarti, il suo profumo. Il piacere quando finalmente cominciate a conoscervi. E poi scopri, una stonatura. Ed un’altra. Si solleva il velo dai tuoi occhi e vedi che è solo un guscio vuoto, che ruba il tuo tempo. Ti disgusta e vorresti non averlo incontrato. A volte l’innamoramento nasce piano. Inizi quel libro che appare senza fascino o che addirittura ti innervosisce. Magari è un incontro combinato. Un’insegnante a scuola ti obbliga a frequentarvi. Ma non è per te, non siete fatti per stare assieme. Glielo dici subito. Fai un tentativo. Metti in chiaro che camminerete assieme solo per poco, Solo pochi passi, un capitolo e poi gli dirai addio. E invece scopri che una parte di lui ti sta entrando dentro, senza che tu capisca perché. E inizi un altro capitolo, ed un altro e sei ti rendi conto che ora fa parte di te. Sei preso… ora il legame con il tuo cuore è cucito in modo indissolubile. E quando finisce, qualcosa muore in te e vorresti potere tornare indietro nel tempo e ricominciare come la prima volta ma sai che non sarà più la stessa cosa. Che i libri che incontrerete vi restino nel cuore.

14 Maggio 2023

La Ragnatela

La luce strana di un mattino che d’improvviso riconosco,
La frase che mi attende al bordo di una strada.

Quegli occhi che mi vedono, fra tutta quella gente,
La tua carezza, nascosta nel vento caldo della sera.

E il dormiente ora si desta, levandosi stupito,
Mille anni ha dormito, sognando nel deserto.

Impalpabile sul viso, il filo della ragnatela.
Il ragno d’oro l’ha tessuta, con fili di luce e d’amore.

La trama invisibile che lega le cose.
Invano l’occhio anela quello che al cuore è chiaro.

La promessa di una verità più grande,
Che dura l’attimo del mio stupore.

14 marzo 2021

Poesia delle cose perdute

Dove vanno a finire i palloncini
Quando finisce il cielo?

Dove vanno a finire le onde
Quando finisce il mare?

Dove vanno a finire le lacrime
Quando finisce il pianto?

E le mie carezze,
Quando finisce la vita?

Forse è in un grande prato fiorito
Che ci attendono i palloncini
E tutto ciò che si è perso.

28 febbraio 2021

Preghiera

Togli il velo che ricopre gli occhi del cuore
Fammi dimenticare chi ero
Per ricordare chi sono
Spegni le chiacchere della mente
Perché possa sentirti nel silenzio.

11 Luglio 2007

Virus

Perché non sapevamo
Che un granello di nulla
Fratello dai confini della vita
Avrebbe spezzato i muri di diamante
Del palazzo delle nostre certezze?

E cadono le tende
Le finestre si aprono
Alla luce tagliente come sale
Sui nostri occhi nudi e feriti
Ai miei piedi un’armatura di carta
Il gioco di un bambino e nulla più
«Facciamo finta che io ero grande?»

11 Aprile 2020

Notte

E il respiro della notte incontrò il mio silenzio.
Riempì il mio vuoto.
Pervase il mio dolore.
L’oscurità bagnò con le sue fredde acque
il mare vuoto nel mio cuore.
E respirai il buio e lo feci mio.
Dimenticai me stesso
E la luce in cui ero nato.

Gennaio 2020.

Figlio

E fuggirai,
Per quanto io possa fare,
L’abbraccio del mio amore
E’ una gabbia troppo stretta.
Di là, la vita, è una sirena troppo seducente
Perché ti possa accontentare
Del piccolo mondo ove siamo cresciuti assieme.
Ed io resterò ad aspettarti,
Sperando che la Sirena
Si stanchi presto e non ti voglia tenere per sé.
Sei ancora qui, ma non sei più mio,
Ed io, ho già nostalgia di te.

23 Settembre 2018

Maschere

Sale il vento,
e soffia la polvere dalle nostre maschere,
consunte per le troppe commedie in cui hanno recitato.

Eppure, c’è qualcosa là sotto,
sotto strati di stupida vernice,
che coprono il palpitante cuore.

Il Tempo

Che cos’è il tempo? Come lo misuriamo? Esso non è che la somma di paure, noia ed emozioni. E’ una somma di sogni e stati d’animo, un fluire ininterrotto di sensazioni. Questa è la misura del tempo.

La scimmia sul trono

Sappiamo chi siamo? Ci conosciamo davvero? Siamo dunque noi a fare circolare il sangue, veramente? Se siamo noi, dovremmo anche sapere come, no? E siamo sempre noi a regolare la nostra pressione arteriosa? Sappiamo come farlo? Risponde alla nostra volontà? No? E cosa risponde alla nostra volontà? Sappiamo afferrare una penna e scrivere il nostro nome e ci pare facile. Ma quale sequenza di comandi va data a muscoli e tendini e ossa? Sapremmo descriverlo? Allora, se il nostro corpo è un servitore sconosciuto, cosa ci rimane? Siamo forse pensiero? Ma sappiamo spiegare come un cervello genera un pensiero? Non sappiamo neanche questo. Conosciamo forse i pensieri, le emozioni, la notte dell’inconscio che abita sotto di noi? E allora quanti sono i noi? Quanti re per un solo trono? Ecco allora che appena proviamo a ragionare di lui, l’io scompare, come un’ombra, che cercassimo di vedere meglio, illuminandola. Allora io sono tutto questo e anche di più. La scimmia che si siede sul trono e che mi racconta di essere me stesso è un impostore, un truffatore, un giullare. Un pazzo che ripete all’infinito “io, io sono io”. Allora io sono qualcosa di vasto, ben più ampio di quello che credo. Io sono una unità, solo parzialmente cosciente di sé. Non conosco i miei veri confini. Se non ho coscienza di parti di me che sono innegabilmente mie, perché non pensare che altre parti riescano ad arrivare a confini che non posso neanche immaginare?

Tu Che Mi Dormi Accanto

Tu che mi dormi accanto,
E che sorridi al mio fianco.
Tu che respiri il mio respiro.
Tu che vedi dietro i paraventi.
Tu che danzi con i miei angeli della sera,
E che guardi negli occhi i miei demoni del giorno.
Tu che sei strada,
A volte ombrosa, a volte assolata.
Intrecciamo rami che tengano lontano il mondo,
che fermino i suoi graffi invidiosi.
Finché continuerai ad esserci,
In fondo allo specchio, io sarò.

Stazione

Facce tristi e stanche sulla banchina. Chi di voi è felice? Che cosa sono le vostre vite? Sono queste le vostre libertà? Chinare la testa, schiavi, sullo schermo di un telefono? Sollevate lo sguardo e guardate nella direzione giusta.

Un’Amica Perduta

Il tuo nome su quella dedica,
A mo’ di epitaffio.
Un soffio di luce.
Uno spiraglio subito richiuso.
Una goccia di rugiada,
Subito evaporata.
Eppure il segno è profondo e indelebile.
Un altro inganno del tempo?
La danza è conclusa,
Le luci si spengono,
Ma i tuoi passi leggeri,
Continueranno a danzare,
Al suono del mio cuore.

Perchè Il Digitale Non Salverà Il Mondo

La sostanza sembra sparire e liquefarsi. Tutto si smaterializza e la digitalizzazione viene venduta come la panacea universale. Ma è davvero così? No. Non lo è. Il digitale non salverà il mondo per un semplice motivo. Abbiamo bisogno di amare la forma e non solo la sostanza. Il libro preferito della tua infanzia, con la copertina arricciata, le pagine ingiallite. La copertina del CD che hai ascoltato in momenti speciali. La lettera che ti ha scritto un amico perduto che apri, dispieghi e senti la sua mano su quel foglio. Sono oggetti. Sono forma. Eppure sono parte del nostro cuore. Sono un pezzetto di noi, che siamo anima ma anche carne e sangue e corpo. Quanto cuore possiamo attaccare a un ebook? A un mp3 o a un brano in streaming? Ad una email? Questi piccoli file, che abitano nei nostri dispositivi, che forma hanno? Che amore possono raccogliere? No. Abbiamo bisogno della forma. Il digitale non ci salverà.

Auguries of Innocence

« To see a world in a grain of sand
And a heaven in a wild flower,
Hold infinity in the palm of your hand,
And eternity in an hour. »

« Per vedere un mondo in un granello di sabbia
E un paradiso in un fiore selvatico,
Tieni l’infinito nel palmo della tua mano,
E l’eternitá in un’ora. »

William Blake, 1803

L’ho annotato dalla lapide memoriale di William Blake, Londra, St. Paul Cathedral

Una Opinione, Grazie.

Una pausa caffè, una notizia di cronaca. Tante chiacchiere e tanta sicurezza d’opinione. A che serve pensare? Così tanti che si accontentano dei pensieri pre-confezionati spacciati dai giornali. Ti dicono cosa è giusto e cosa è sbagliato, senza fare fatica. Opinioni già pronte, sugli scaffali, come al supermercato. Me ne dia una, per favore, e tenga pure il resto! Opinioni fresche di zecca, pensate da altri. E quando ce l’hai, una opinione, ecco, sei subito pronto a dare giudizi, anche se spessi pochi millimetri. Una crosticina di presunzione su un infinito vuoto.

 

Certe Coincidenze

Una amica mi consiglia di ascoltare Rachmaninov. Scelgo un lavoro a caso e un pezzo mi colpisce tra tutti gli altri. Glielo dico e lei, sorpresa, mi rivela di avere una sorta di ossessione proprio per quel brano ma di non avermelo detto per non condizionarmi. Cosa sono queste coincidenze? Sono accidenti della statistica, numeri vincenti usciti dalla roulette cosmica o forse…una temporanea apertura di una finestra su di una realtà più ampia? Quello che ci appare come un casuale e sorprendente allineamento di schemi segue in realtà logiche e regole che semplicemente non conosciamo. Fili di una ragnatela immateriale, troppo sottili perché possiamo vederli, li sentiamo però quando ci sfiorano il viso. Spontaneo in questi casi cercare antichi legami e significati nel passato della nostra anima. Forse ricordi di legami di vite precedenti. O forse, erriamo. Vediamo il tempo come un fiume che scorre in una sola direzione, in cui solo il passato può influire sul presente.

 

La freccia del tempo è una illusione e la direzione è in realtà arbitraria. Perché non pensare a legami del futuro che si riflettono nel presente? Che il futuro condizioni il presente, che le cose che devono ancora accadere, condizionino quelle che sono già accadute. Ricordi di vite future?

 

Il fiume del tempo scorre nei due sensi.

Povertà e Ricchezza

Occorre abituarsi alla povertà. Non sappiamo cosa ci riserva il futuro e cosa potremo tenere con noi. Tutte le nostre ricchezze materiali possono esserci tolte. Ciò che nessuno può toglierci è la ricchezza interiore, quella spirituale. Questi sono i veri tesori, per cui vale la pena lasciare tutto.

Chi Incontriamo Nei Sogni?

Chi sono le persone che si incontrano nei sogni? A volte sono le persone che conosciamo e che ci circondano nel mondo da vegli. Nei sogni incontriamo i loro simulacri, trasfigurati dal decantare nel nostro io. Altre volte, invece, e sono sogni speciali, si incontrano persone che non abitano nel mondo della veglia. Talvolta queste persone sono portatrici di una bellezza sconvolgente. Alcune di queste apparizioni sono così belle che a vederle il respiro si ferma quasi. Si mostrano per pochi secondi, luminose, sorridenti. E subito ci prende una infinita nostalgia per il fatto che non potremo rivederle, che ci è stato concesso quell’unico breve incontro. Chi sono? Come può il nostro cervello creare dal nulla delle persone in grado di colpirci così tanto? Sembra quasi che si sia aperto un piccolo spiraglio su di un altro mondo e solo per il tempo di un respiro ci sia concesso di vedere delle forme angeliche. Chi è che incontriamo realmente? Il ricordo di questi sogni permane vivo nel tempo, dolcissimo e struggente.

L’Albero Della Conoscenza

Liberiamoci dall’illusione del primato dell’Albero della Conoscenza. Dobbiamo davvero capire? Dobbiamo davvero conoscere? Non basta fidarsi? La conoscenza arriverà poi. Esattamente come i bambini. Prima si fidano. Credono che qualcuno li accudirà, proteggerà, nutrirà. Solo in seguito comprenderanno. Se volessero capire prima di fidarsi… morirebbero. Per questo la Fede precede la Ragione e le apre la strada.

The Dance Of Equals

They dance in circles,
and in circles of circles.
They smile at each other,
and laugh together.
But no, I won’t join
the dance of equals.
I won’t confuse my soul
in oceans of mirrors.
My pain is mine—
I won’t hide it.
I won’t take shelter
in your wax smiles.
I won’t melt in iced eyes.
My scream is loud;
it will drown out the music.
I’ll spoil the dance
and show you your eyes.
I’ll blind you with my hidden colors.
No, I won’t join the dance of equals.

Fede

Fede è credere che nella scatola  ci siano tutte le tessere del puzzle.
Ogni tanto due o tre pezzi combaciano e allora intravvedi un frammento del disegno del reale.

fede

Lo Scienziato e lo Specchio

Ed io sorrido, mentre tu mi parli di universo e di gravità,
Mentre misuri con il tuo metro perfetto i confini della gabbia,
Rotolando fra le dita le sfere senza difetto della tua logica.
Sorrido, mentre ti vedo unire un anello all’altro della tua catena
E mostrarla orgogliosa chiamandola Ragione.
Sorrido e mi chiedo se sia la paura di sapere di non sapere
O solo un cervello innamorato di sè
A rendere tanto spesse le mura della tua fortezza.
Cosi intento a spiegare il Vero, che finisci per occupare
Tutto lo specchio solo con la tua immagine
E a chiamarlo vuoto.
E io sorrido mentre mi sporgo, e dello specchio,
Io guardo il retro,
Poi chiudo gli occhi e vedo meglio,
Mi tappo le orecchie e finalmente sento,
Perché solo nel buio si può vedere
e nel silenzio si può udire.

specchio

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